Onestà del pittore e onestà della pittura.
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"L’incapacità di trovare una giusta chiave di lettura al momento storico che ci è dato di vivere, ci impedisce di procedere con sicurezza nella quotidianità, nel lavoro, negli interessi, nelle passioni e non ultimo, nel variegato e, per certi versi, scivoloso mondo che ruota attorno le attività artistiche.
L’accelerazione di questi ultimi decenni nel campo delle arti visive, prodotta da molteplici e più innovativi mezzi tecnologici, informatici e mediatici, ha inevitabilmente (ed anche superficialmente) portato e prodotto una quantità immensa di testi figurativi, di qualsiasi genere, supporto, tecnica, invenzione eccentrica, ogni sorta di provocazione, di trovata, di corrente, quasi che l’arte stessa sia diventata “di moda”, sia giunta alle possibilità di ognuno per tentare una scalata sociale e “social”… Che la sensibilità alla comunicazione giunga ad ogni essere umano è cosa da non respingere ma certamente da tenere a bada, per le pericolose implicazioni che vi si celano dietro e dentro. L’arte di oggi è rapida, raggiunge vette altissime in pochissimo tempo, si condivide come mai prima d’ora in modo semplice e semplicistico, mai come ora l’arte contemporanea vive non tanto di ciò che è ma in funzione della critica che se ne fa; i meccanismi di mercato, sempre più commerciali e beceri, ribaltano artisti, li coronano e li precipitano. La critica a suo modo, condisce. L’onestà di Giulia Mugianesi è, diversamente, una onestà intellettuale in primis; ne fa lei stessa una questione morale, etica. È stata lei a comunicarmi spassionatamente la sua volontà di sentirsi in dovere di “ripartire dalla pittura, dalle origini”, da cui il titolo di questa sincera, sana e validissima mostra personale. Donna sensibile ed attenta, è autodidatta: il suo talento, qui palesato davanti a tutti, dimostra come alcune virtù trovino la propria strada e vengano allo stesso tempo coltivate con grande sincerità e dedizione continua; appassionata del suo lavoro, non sottrae alla sua pittura il tempo e la forza che le sono dovute. I suoi quadri, carichi di bellezze e simboli, si inseriscono nell’ambito della nuova figurazione che ha come soggetti gli esseri umani, nelle loro qualità corporee, nelle carni vive, nelle sensualità provocanti ma anche e soprattutto, in quella ambiguità psicosomatica che contraddistingue il genere umano e che lo rende preda delle più peccaminose contaminazioni; la passione e la vicinanza al simbolismo storico e a quello più contemporaneo, si conferma con la presenza del serpente, che cambia pelle e che si insinua sotto un'altra epidermide e dentro un altro corpo come in “Metamorfosi di coscienza”; che si avvinghia seducente alle carni morbide di “Machedà”, mentre “Basiliscus” copre lo sguardo della sua sventura e nello stesso tempo fa vanitosa la “Lilith”. Immagini di figure mitiche, di religioni lontane, dove tutto ha inizio: sia come origine del passato più profondo dell’uomo, che nella psiche più inconfessabile. L’opera di Giulia Mugianesi, che si concentra con maggiore attenzione in questo suo momento di figurazione del corpo umano e di cui lei stessa è giustamente orgogliosa, non è che una parte della sua produzione pittorica: anche nei ritratti riesce a tagliare i volti con sensibile analisi psicologica. La sua onestà artistica è tale da voler indicare questa personale come uno spartiacque tra ciò che è stato e ciò che verrà: ha riflettuto sulla necessità di volersi fermare per un momento, come a riprender fiato, a guardarsi intorno e a capire cosa ora la spinge verso nuove sperimentazioni, con quali mezzi e quali tematiche. Non posso dunque che augurarle di continuare per la sua strada, anche se dovesse necessitare di un sano momento di riflessione; le auguro di continuare ad aggiornarsi e a perfezionarsi (come lei stessa si impone, da brava pittrice qual è), affinché possa tornare a mostrarci, il più presto possibile, l’arte; la sua arte, come lei la vede. L’onestà di Giulia Mugianesi è, onestà della pittura." Michele Di Giuseppe |